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Storia di Rogno

Durante il periodo Paleolitico (da 80.000 a 10.000 anni fa) i ghiacciai alpini occupavano tutta la Vallecamonica e il lago d'Iseo fino a Rovato, lo spessore dei ghiacci era nella zona di Rogno di circa 500 metri. Terminata la glaciazione di Wurm si forma quindi il lago che ha una estensione maggiore rispetto a quella attuale, ed è almeno 15 metri più alto sul livello del mare.
E' in questo contesto che, durante il Mesolitico (10.000-6.000 anni fa), gli animali arrivano in valle alla ricerca di cibo e gli uomini a caccia di animali.

ponte pista ciclabile

Il Coren Pagà (Corno Pagano)

Coren Pagà

Ottomila anni fa, quando l'ultima grande glaciazione europea stava terminando, i primi cacciatori-raccoglitori cominciarono a risalire periodicamente la Vallecamonica inseguendo le loro prede (camosci, cervi, bovini, ecc.).
Durante i loro spostamenti avevano bisogno di rifugi sicuri e, sulla falesia di Verrucano Lombardo che sovrasta l'abitato di Rogno, la presenza di uno sperone roccioso staccato dal resto della montagna (Coren Pagà), dava a questi primi gruppi di uomini un ottimo riparo risultando praticamente irraggiungibile per gli animali e inattaccabile dagli uomini.
Segni della presenza dell'uomo preistorico sono stati rinvenuti a seguito degli scavi effettuati nel 1991 in questo luogo. Il Coren Pagà è un enorme blocco roccioso che molto probabilmente era stato scelto come luogo di culto, ed è forse per questo che qui sarebbero state eseguite le incisioni, su roccia, in diversi momenti della frequentazione del sito. Gli scavi condotti hanno portato all'individuazione di un livello di frequentazione a partire dal Mesolitico recente (VI° millennio a.C.). Ma sono stati trovati parecchi reperti anche della 'cultura dei vasi a bocca quadra' del tardo Neolitico (III° millennio a.C.) oltre a evidenti opere di terrazzamento per rendere più abitabile il sito ed un muraglione formato da grosse pietre per difenderne il difficile accesso.
Questa scoperta colloca il Coren Pagà fra i pochissimi siti conosciuti per quest'epoca in Italia settentrionale e con punti di riferimento per lo studio della preistoria camuna come le successive incisioni rupestri della Vallecamonica.
Il sito venne abitato anche in epoche successive e usato come torre di avvistamento anche in epoca romana. Durante l'età del Ferro popolazioni di origine celtica giunsero in valle (V° secolo a.C.) ed è in questo periodo che compare tra le incisioni camune quella del Kernunnos celtico (dio-cervo).

I Romani

La conquista da parte dei romani della valle rientrava nella Guerra Retica voluta dall'imperatore Augusto per debellare la resistenza e le scorribande dei popoli delle Alpi dopo che Roma aveva già conquistato buona parte dell'Europa centrale.
Nell'anno 16 a.C. le legioni romane, guidate dal proconsole Publio Silio, occuparono la Vallecamonica e Rogno, posizionato strategicamente all'ingresso della valle, venne scelto come sede del pagus.
A testimonianza di queste conquiste Augusto fece erigere un arco trionfale a Segusio (odierna Susa) e vicino a Montecarlo un edificio monumentale con una lapide indicante i nomi dei 46 popoli sottomessi. Nell'elenco ci sono TRVMPLINI, CAMVNNI e VENNONETES (triumplini, camuni e valtellinesi).
A quei tempi c'erano in valle popolazioni celtiche (i galli), il lago d'Iseo si estendeva fino a Rogno dove c'era un porto (evidenziato da fotografie all'infrarosso effettuate nel 1990) ed il fiume Oglio era navigabile fino a Montecchio.
Le vie terrestri per raggiungere la zona erano scarse. Il lago non era costeggiato da strade sul lato orientale a causa del Corno trentapassi che bisognava aggirare salendo fino al monte Guglielmo e neppure da quello occidentale a causa dell'orrido del Tinazzo. La via più facile era quindi quella che scendeva da Lovere (colle di San Maurizio) e proseguendo a mezza costa toccava prima Volpino e poi Rogno.
Al termine della conquista la valle divenne una 'Res Publica' autonoma con 'Civitas Camunnorum' (Cividate) scelto come forum romano e con grande importanza strategica riservata a Pisogne, Sale Marasino, Cemmo e appunto Rogno. Ai camuni fu concessa autonomia di governo e la cittadinanza romana e furono aggregati alla tribù Querina
Di questo periodo ci sono a Rogno una lapide dedicata a Druso figlio di Tiberio conservata presso la casa parrocchiale, ed una pietra tombale dedicata a REAE e ETENNAE (due sacerdoti di Augusto) murata alla base della torre campanaria.

I longobardi

pieve di Rogno

Le invasioni barbariche da parte di visigoti, eruli, turcilingi e ostrogoti che portarono alla fine dell'Impero Romano d'occidente non interessarono direttamente la valle. Ben più importante fu l'arrivo dei Longobardi che giunsero nel VI° secolo d.C. e si distribuirono in gruppi di guerrieri con le loro famiglie al seguito. Essi stabilirono a Cividate Camuno un 'ducato'. In epoca tardo longobarda giunse in valle il Cristianesimo, sorsero delle grandi Pievi e Rogno ebbe giurisdizione su tutta la bassa Vallecamonica. In questo periodo (700 d.C. circa) venne edificata la chiesa che è il primo documento della presenza Cristiana in Vallecamonica e di cui è ancora evidente la facciata in quella che è l'attuale Parrocchiale S.Stefano.
I continui contrasti tra il re dei Longobardi Desiderio e il papa inducono quest'ultimo a chiamare in Italia Carlo Magno che nel 774 d.C. sconfigge Desiderio e si proclama re d'Italia e re dei Longobardi.
Carlo dona l'intera Vallecamonica ai monaci benedettini di Tours che iniziarono opere di bonifica dei terreni acquitrinosi creando così le condizioni per spostare gli insediamenti e le colture dalle colline alla piana del fiume Oglio.
Nasce in questo periodo anche il feudalesimo che si può considerare una continuazione di quei legami sociali non fondati sulle leggi scritte, ma sulle tradizioni tribali tipiche dei barbari.

Nel 972 il patriarca di Aquileia Rodoaldo consegnava la valle al vescovo di Bergamo, Ambr/ogio, dando così inizio al periodo della dominazione vescovile e attorno all'anno mille si costituirono a Rogno le vicinie (unione dei vicini) formate dalle famiglia originarie del luogo che di fatto esclusero, in quanto forestieri, i sacerdoti dall'amministrazione.
La decadenza di Rogno inizia coi terremoti del 1064 e del Natale del 1222. Rogno subisce notevoli danni e i Federici ne approfittano per portare la parte amministrativa della Pieve a Montecchio. Nella Parrocchiale ristrutturata nel 1987 sono evidenti due nicchie, la mancanza di una terza nicchia laterale è stata spiegata come demolizione a seguito di questi catastrofici eventi. In questo frangente viene fatta richiesta al Comune di brescia da parte di Volpino, Rogno, Monti e Fano (che dal 1484 si chiamerà S.Vigilio) per la costruzione di un nuovo borgo franco sopra la grande corna bianca (le attuali cave di gesso) e così nel 1255 sorse Castelfranco.

Dai Federici ai nostri giorni

La famiglia ghibellina dei Federici aveva nella bassa valle dei vasti possedimenti basati sui diritti feudali, era la fiduciaria dell'Impero fino dalle prime calate in Italia di Federico Barbarossa (da cui potrebbe aver preso il nome) e si opponeva alle mire espansionistiche di br/escia.
Il ceppo dei Federici divenne la più potente casata della Vallecamonica anche quando nel 1349 la valle finì sotto la Signoria dei Visconti. Ma le continue lotte tra guelfi (con l'appoggio del Vescovo di brescia) e ghibellini (appoggiati da Bergamo fedele all'imperatore) terminano solo con la pace di breno del 1398 dove spicca tra i firmatari l'assenza del rappresentante di Rogno (segno inequivocabile del decadimento della Pieve). Dal 1407 al 1419 ci fu poi il governo di Malatesta da Rimini. Quindi tornarono i Visconti fino al 1427 e infine arrivò la Repubblica Veneta che si impose definitivamente solo nel 1455 quando fece demolire quasi tutti i castelli camuni.

I veneziani dominarono per più di trecento anni sfruttando il legname e i minerali della valle, catalogarono i boschi di quercia e di rovere tentando di regolamentare il taglio boschivo.
Nel 1630 i lanzichenecchi dell'esercito imperiale portarono la peste che colpì anche Rogno in modo violento, i malati venivano portati nel lazzaretto che sorgeva in località Spiazzi.
Napoleonoe conquistò brescia nel 1796 e la Valcamonica assume il nome di 'Cantone della Montagna'. Nel 1797 fu istituito il Dipartimento del Serio comprendente i Comuni collocati sulla riva destra del fiume Oglio, mentre i Comuni della riva sinistra dipesero ancora da Brescia fino al 1801. Era nata la Repubblica Cisalpina.
Dopo il Congresso di Vienna (1815) e fino al 1859 la valle passò sotto l'impero Austro-Ungarico che riconfermò l'annessione della Valle al Dipartimento del Serio.
Nel 1861 alla proclamazione del Regno d'Italia Rogno passò sotto il mandamento di Pisogne e sotto la provincia di brescia. Nel 1859 (II guerra d'indipendenza) la Lombardia venne annessa al Piemonte.

Nel 1799 la Vicinia di Rogno si scinde nelle Società di Monti, Rogno, S.vigilio e Castelfranco. L'assemblea delle Società si occupava di compiti di varia natura come la costruzione di strade, la gestione delle malghe, la regolazione del taglio boschivo, ecc.
All'inizio dell'ottocento tra Riva di Solto e Castro è stata costruita la strada rivierasca che permette di superare l'orrido del Tinazzo e pochi anni dopo (nella seconda metà dell'ottocento) venne finalmente costruita anche la strada tra Vello e Toline che supera agevolmente il Corno trentapassi.
La costruzione della ferrovia brescia-Iseo (1885) e Iseo-Pisogne (1907) hanno contribuito ancor più a togliere dall'isolamento i Camuni come nel 1910 la costruzione della tramvia Bergamo-Darfo che passava anche per Rogno (via Giusti e via Carducci).

Bibliografia:
'Rogno e le sue terre' - : - di Giancarlo Merotti e Flavio Salvini
'Rogno: un paese la sua storia il suo ambiente' - : - di Flavio Salvini
'Rogno nel tempo' - : - dell'Associazione amici del Coren pagà
Fotografie:
'Alessandro Delvecchio'
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